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Data di pubblicazione: 12 aprile 2005

Motorini sul marciapiede: stop alle multe selvagge

Il Mattino
Lazio
Gli ausiliari della sosta - ossia i dipendenti di società private che hanno ricevuto dai comuni, in concessione, le aree di parcheggio a pagamento - non possono fare multe ai motorini, alle moto e agli scooter posteggiati sui marciapiedi «limitrofi» ai parcheggi in fascia blu. Lo sottolinea la Cassazione - dando ragione al ricorso di un motociclista fiorentino - sottolineando che i dipendenti delle società private, assunti per controllare la circolazione nelle aree urbane di sosta oraria, non hanno alcun potere di accertamento di violazioni, al codice della strada, effettuate sui marciapiedi. In particolare, la prima sezione civile della Suprema corte ha dato ragione al ricorso presentato da Piero P. contro il comune di Firenze. Il motociclista fiorentino multato dal personale della «Società Firenze Parcheggi» per aver parcheggiato la moto su un marciapiedi, si era rivolto al giudice di pace sostenendo «che l’infrazione contestata non poteva essere accertata dai dipendenti della succitata società». Il comune di Firenze sosteneva la piena legittimità della multa. Il giudice di pace confermò la sanzione affermando che gli ausiliari della sosta potevano fare le multe ai motorini in sosta sui marciapiede. La Cassazione, però, non ha condiviso questo punto di vista e ha spiegato che gli ausiliari della sosta non possono fare le multe ai motorini sul marciapiede, a meno che il marciapiede non sia compreso tra le fasce blu o sia una zona di transito per i veicoli in sosta a pagamento. Ma questi sono casi eccezionali perché il marciapiede - ricorda la Cassazione con la sentenza 7336 - «è quella parte della strada esterna alla carreggiata, rialzata e destinata ai pedoni». In proposito i supremi giudici affermano che «la violazione del divieto di sosta sul marciapiede può essere accertata dal personale in esame, esclusivamente nel caso in cui sussista la deroga al divieto di sosta sul marciapiede o il marciapiede sia eventualmente compreso nell'area oggetto della concessione, oppure, eccezionalmente, se vi possano accedere i veicoli». Pertanto - conclude la Suprema corte - solo i vigili urbani possono fare le multe ai ciclomotori posteggiati sui marciapiedi mentre i dipendenti delle società private di parcheggio non hanno le carte in regola per fare questo tipo di contravvenzioni. Con riferimento ai dipendenti di queste società gli «ermellini» spiegano che che il loro «potere» deve «ritenersi limitato all’accertamento delle sole violazioni in materia di sosta che interessano l’area oggetto della concessione». «La ratio dell'attribuzione di questi poteri - prosegue ancora la sentenza - è individuata nell'esigenza di garantire la piena funzionalità del parcheggio, ma le norme che conferiscono poteri a soggetti «estranei all'apparato della pubblica amministrazione» devono ritenersi di «stretta interpretazione».
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